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Di Alessandro Bertacco: L'alba ha fauci ambigue, denti aguzzi e una lingua edulcorata Eccoci cari avventori, vi aspettavate altro? Chiudi le palpebre che si ammassano come coperte di ospedali anfibi i ricordi concentrati come batuffoli di lana scadente negli spazi liberi, si spinge Si ragiona a priorità Il giorno che il treno ti stava per smembrare Tu, con la tua caramella dal carico esistenziale di un sasso So che hai riso, e tanto Come ad un bambino a cui si regalano caramelle amare Che sia fumo, nebbia, condensa dei nostri desideri irrealizzati-bili? Tutto svanirà Tutto si fossilizzerà In un tunnel Prima immaginato Poi dipinto Poi costruito La paura è un oceano, la morte un innocuo scoglio, e la razza il più grande nemico Gli Dei hanno una faccia curiosa, indecifrabile Sempre più allibita della nostra Sanno tutto, ma mai tutto nello stesso istante Devono essere molto distanti e nebulosi nell'ascoltarsi Si leccano le ferite durante gli esercizi di ginnastica e hanno mille telefoni a cui rispondere La Dea Kahli è una semplice e ordinaria centralinista C'è chi cerca bottoni, chi li ingoia Chi ne aspetta una pioggia L'inutilità del vivere ci regala sempre meraviglie sporadiche E illusioni deviate che tentiamo di rafforzare Bolle di amianto, cari avventori La memoria è egoista Citiamo Cita L'accarezziamo per semplice vile e molle comodità la rinchiudiamo e la liberiamo dallo sgabuzzino Ci è rimasto il suo implacabile sghignazzare Ma la memoria è egoista. Trasposizione in parole del dipinto "Superficialità" di Antonino Iellamo
Hanno scritto: Rocco Giuseppe Tassone, Michele Alemanno, Alessandro Bertacco, Alfredo Pasolino
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